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Marisa Bellini su ArtPlatz.it

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Marisa Bellini è nata a Pontevico in provincia di BS e vive a Spino D’Adda (CR), ha frequentato Corsi di Pittura tenuti da docenti dell’Accademia Carrara.Di lei hanno scritto numerosi Critici, tra cui: Rosi Raneri, Salvatore Russo, Teresa Prestigiacomo, Adelinda Allegretti, Giuseppe Maci, Guido Folco, Maria Rosaria Belgiovine ,Donat Conenna, Paolo Levi,Teodosio Martucci, Conte Daniele Radini Tedeschi, Sandro Serradifalco e Ida Monopoli ecc.. Le sue Opere sono state pubblicate su vari Cataloghi e Libri d’Arte tra cui: Arte Mondadori, - New Land di Donato Conenna , Salento Silente edito da L’officina delle parole, monografia “Il Ritratto” e “Il Nudo” dalle origini ad oggi Collana –I gioielli dell’arte, Swing Edizioni etc.

 

Ha eseguito ,su invito una via crucis completa e due quadri per i lati dell’altare per la Chiesa Parrocchiale di Spino D’Adda e un Cristo e una Santa Madre Cabrini per l’ Abbazia del Cerreto di Abbadia Cerreto LO inaugurata il 28 giugno 2015. Numerose sono le mostre personali e le collettive sia in Italia che all’estero e ha partecipato a Concorsi,spesso vincendo. Sue opere sono state selezionate per partecipare ad importanti eventi nazionali e internazionali e premiate o segnalate o finaliste e si trovano in numerose collezioni pubbliche e private tra cui:

 

- Latino Art Museum a Pomona Los Angeles(California)

 

- Fondazione Villa Corrado Barni a Roncadello di Dovera

 

- Museo Diocesano di Terni

 

- Abbazia del Cerreto di Abbadia Cerreto LO

 

Show room presso Grand Hotel Presolana (Dorga), Sanitas Diagnostica a Crema e Novamedica a Crema.

 

.Dal 2011 è docente di disegno e pittura presso l’Unicrema “università degli adulti di Crema” dove tiene un corso sul ritratto.

 

Marisa Bellini, appropriazioni da nouvelle figuration a villa barni di dovera

L’artista subisce, di giorno in giorno, il ritmo fatale degli impulsi di ciò che lo circonda, che vede, legge, conosce e indaga. E’ centro continuo delle sensazioni della natura, del  rapporto con stili di vita, abitudini, costumi, anche di semplici fenomeni casuali, fantastici, sociali o umani. Ci sono pittori che inclinano a questa comunione. E tra i tanti è senz’altro Marisa Bellini, una pittrice residente a Spino d’Adda che negli ultimi tempi si sta facendo notare nel cremasco e nel lodigiano, soprattutto attraverso la partecipazione a mostre collettive di carattere didascalico. Fa parte di diverse associazioni del territorio, tra cui Aksaicultura, fondata a Lodi da Gianluca Chiarenza per sviluppare gli scambi culturali tra i popoli, in particolare  il Kazakstan, attualmente diretta da Angela Rampello. Negli anni recenti si è messa in evidenza a Lodi, Montodine, Crema, Codogno, Abbadia Cerreto, e, prossimamente, esporrà  a Villa Barni a Roncadello di Dovera dove il 15 giugno inaugurerà una personale.

Nata a Pontevico nel bresciano, la Bellini vanta un ricco album, in cui figurano forme e pratiche espressive diverse: il figurativo, l’astratto, il fantastico, qualche declinazione pop. Senza che questa condizione sia spia di un qualche sradicamento dai modelli tradizionali di fare pittura. Il suo percorso può essere interpretato come ondagino, ma non pregiudica  l’ affermarsi di una pittura di contenuto, di valenze realiste e a  volte pop; di una linea di figurativismo letterario non troppo appiattito sul formale e più invece sull’individuale.  L’artista muove spesso dal paesaggio naturale al paesaggio mentale, dalla visione fantastica alla costruzione astratta, all’osservazione del reale. Per intenderci: rappresentare indifferentemente il volo  delle oche canadesi, o immaginare magrittianamente cielo terra e in mezzo la vita, raffigurare il madonnaro a terra, cogliere una esplosione di papaveri, indagare volti femminili, viandanti o un presunto cuore alchemico. In questo colorato mondo si possono ritrovare appropriazioni da nouvelle figuration; sia l’immagine meditativa sia quella descrittiva, sia quella d’atmosfera o sentimentale e lirica. Al punto da far supporre scarsità di consapevolezza della propria individualità. Sennonché nel passaggio a uno stato di più precisa coscienza artistica, che teoricamente  richiede gradualità, la Bellini svela di saper trattare i temi a lei più congeniali, attraverso il racconto, il ritratto, le simbologie e le fantasie oggettivando una  costruzione artistica.

Acrilico sabbia, olio e legno sono la materia che raccoglie i motivi della pittura della Bellini e partecipano a una sorta di affinità strutturale. Ma anche l’acquerello, la tempera e l’affresco fanno parte del suo bagaglio Accostano la sua figurazione a quella paradigmatica di autori avvezzi alla relazione décadent,  in cui si può trovare di tutto: l’umile e il fastoso, la vena e la pena, l’impressione e la sintesi, l’osservazione penetrante e l’esultanza comunicativa, il richiamo dell’ammirazione e la forma semplice, quieta e rassicurata.  

 

Marisa Bellini – Mostra personale –  Villa Barni, Roncadello di Dovera – Dal 15 al 23 giugno. Orari: sabato e domenica 10-12; 16-20; mart6edì e venerdì dalle 16 alle 19.

Marisa Bellini, dal convenzionale al fantastico

Per iniziativa del Comune di Acquanegra Cremonese, una realtà di poco più di un migliaio di abitanti strettamente confinante con la Bassa Lodigiana (Meleti, Cornovecchio, Maccastorna, Castelnuovo), sede di una storica villa dell’800, appartenuta alla famiglia Anselmi (assolutamente da vedere anche per il parco che l’accoglie), si è inaugurata a cura dell’assessorato al Cultura una mostra di Marisa Bellini, pittrice di Spino d’Adda, artista di solida costruzione che tratta i temi a lei più congeniali come un racconto, in cui trovano respiro il ritratto, le simbologie, le fantasie e quant’altro oggettiva di espressività un linguaggio ricco di forme iconiche e aniconiche e colore.

L’iniziativa dell’assessore Gilla Stagno, mette in corso con scadenza mensile e fino al prossimo dicembre (senza interruzioni), mostre di opere prodotte da artisti cremaschi.

Alla personale della Bellini, pittrice recentemente presente con altri al Caffè Letterario di Lodi seguiranno Antonella Agnello, Federico Bianchi, Maria Silvia Dioli, Maria Grazia Cimardi, Giuseppe Carretta, Marina Sissa, Marco Solzi, Giovanni Conti, Ariberto Ariberti.Nel saluto inaugurale l’assessore Stagno ha richiamato l’importanza di trasformare una sede pubblica (la villa è sede comunale) a spazio aperto per l’arte, in grado di promuovere l’interesse per la cultura e le forme visive abbinandovi l’interesse per il territorio.inaugurazione2

L’ esposizione della Bellini presenta diversi motivi d’interesse. La materia è uno degli elementi in cui la sua pittura sembra raccogliersi e trovare sviluppo sensibile. Acrilico sabbia, olio partecipano a una sorta di affinità strutturale. Anche l’acquerello, la tempera e l’affresco fanno però parte del suo bagaglio.. Nei lavori esposti non si fatica a cogliere capacità di sintesi, osservazione e varietà di forme. L immediatezza di comunicazione non è solo frutto di esperienza e conoscenza, ma di una sensibilità poetica rassicurante che si affida ai sentimenti e alle emozioni oltre che alla ricerca. E’ una pittura che non vuole contrasti, non propone annunci, cerca implicazioni solo con l’opera in rapporto allo spettatore; e si presta a un collaudato sistema di convenzioni di rappresentazione del visibile. C’è in essa mestiere (approccio esperto), gusto, sensibilità, fantasia, “voglia di dire” e di evitare mistificazioni. C’è, quell’unità compositiva che contribuisce in modo essenziale a dare sicurezza all’immagine.

 

Aldo Caserini

 

 

Marisa Bellini – Mostra personale - Villa Anselmi – Comune di Acquanegra Cremonese Biblioteca Comunale dalle 9 alle 13 dal lunedì al sabato Fino al 10 aprile.

Marisa Bellini, sperimentatrice del reale

Un cognome famoso, che riporta a grandi artisti. Devo essere onesta, mi ha mandato l’invito alla sua mostra e io non la conoscevo, mi ha incuriosito il suo cognome e così sono andata a sbirciare il suo sito che consiglio di andare a vedere è molto ben fatto e denso di opere interessanti!!
Sono opere così variegate tra loro da spiazzare, non c’è tecnica in cui non si sia cimentata, per altro tutte con ottimi risultati! non c’è opera in cui non emerga una forte personalità e un attaccamento alla realtà grandissimo; un’attenzione ai dettagli, al fatto che la tecnica è si sperimentazione ma anche più adatta ad un soggetto rispetto ad un altro; con questo criterio ho guardato le opere di questa artista! davvero grande nella sua sperimentazione, e nel suo saper comprendere i soggetti anche per la loro matericità, come si vede nei bellissimi ritratti di aborigeni.
Un’attenzione al mondo dell’arte in genere da Toulouse Lautrec a Degas (come in “Allaccio le scarpette”) fino ai muralisti messicani (in opere come “Amore universale” o “Bimba con catino”). Ci sono riferimeni a Gauguin in “Bimba peruviana con statuetta” e in molti altri ritratti come quelli raffiguranti Andrea. Per poi passare alla contemporaneità sia nel modo di affrontare certi soggetti figurativi, ma soprattutto per quanti riguarda le opere informali, dal Futurismo al Surrealismo, nascondendo per certi versi una ricerca stilistica che a volte sembra ricordare gli impressionisti come in “Energie cosmiche” o ne “Il fontanile Tinella”. Non mancano riferimenti all’atrattismo e alle cromie di Chagall.
Opere complesse, piene di studio di forme e colori, veramente stupende sia per i colori che per l’attenzione ai dettagli e al mondo dell’arte.

 

Donata Bonanomi

Marisa Bellini

Quando il dipingere è naturale, innato, istintivo e necessario. 
Potrebbe essere questo il carattere specifico di Marisa Bellini,  sperimentatrice, pittrice per scelta e, diremmo, per destino.
Tutto ciò che cade sotto il suo sguardo, figure di uomini, donne, bambini, di animali, paesaggi, alberi e fiori, tutte le cose, insomma, diventano oggetto e soggetto del suo interesse pittorico.
La partecipazione e la frequente premiazione a mostre e concorsi artistici in Italia l'hanno portata, da ultimo, a misurarsi anche con temi letterari, illustrazioni di testi poetici, narrativi o fiabeschi, e di conseguenza anche ad affrontare l'astrazione e l'invenzione, o la mistione di realtà e sogno.
Nel suo percorso Marisa Bellini ha cercato e realizzato anche supporti, materiali e mixage di tecniche talvolta apprese dalla tradizione, altre volte provati a livello di indagine per giungere alla migliore efficacia figurativa, tecniche che poi andranno a diversificarsi, di caso in caso, a seconda del tema, dell'effetto voluto, dell'idea colta, del risultato da possedere e controllare.
Sono però il colore e la materia i suoi mezzi espressivi preferiti; le sue opere nascono direttamente dal pennello sullo stimolo visivo di quanto l'occhio coglie della realtà cromatica del mondo circostante, immagini da ricomporre nella corposità e densità del vero sulla superficie pittorica, con gli umori di cui la luce o le ombre, le stagioni della natura e i tempi della vita, nutrono, crescono e, infine, finiscono per plasmare e scolpire i caratteri degli uomini e dei luoghi.
E la materia per questo si fa spessore e forza o ancora si sgrana, come nelle sabbie usate, in vibrazioni atmosferiche e psicologiche. 
Eclettismo di stili, tecniche e soggetti; tutto potenzialmente facile, fattibile, fresco.
Nelle sue svariate possibilità, nei suoi ampi interessi, ora spetta a lei individuare ciò che più la soddisfa, ciò che meglio si confà alla sua creatività, quale indirizzo e quanta originalità personale dare alla sua necessità d'arte presente e futura.

 

Prof. Cesare Alpini

Marisa Bellini

Money ART

New Land - Novembre 2011

 

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Premio mare nostrum mediterraneo 
Prestigiacomo per l'accademia euromediterranea delle arti
premia i vincitori del concorso nazionale mare nostrum alla provincia

Nella Sala degli Specchi della Provincia Regionale di Messina, mercoledì 5 ottobre, alle ore 17, saranno premiati i vincitori del Concorso Nazionale MARE NOSTRUM, Prima Edizione 2011, articolato nelle sezioni Pittura, Poesia e Fotografia e indetto dall’Accademia Euromediterranea delle Arti, presieduta da Maria Teresa Prestigiacomo, giornalista e critico d’arte. I vincitori dei Primi Premi riceveranno una creazione esclusiva di Francesco Cosio, Orafo Argentiere, ed i cadeaux di Gullo Gioielli.Coordinerà gli interventi il brillante giornalista Massimiliano Cavaleri, mentre il ruolo di madrina della serata spetterà al Consigliere Provinciale Rosalia Danzino, componente della Commissione Cultura. Numerosi gli invitati d’onore, tra i quali l’Arcivescovo di Messina ed il Prefetto. Il qualificato pubblico sarà intrattenuto dal tenore Giuseppe Mastrojeni, da Gianni Argurio e da Maria Costa che riceverà l’annunciato Premio Accademia; il compito di interpretare le liriche vincitrici sarà svolto dall’attore, regista, Nico Zancle . Membri della giuria del Premio: Anna Maria Mazzaglia Miceli, Anna Maria Bellucci, Anna Maria Celi, Enza Pernice, presidente Maria Teresa Prestigiacomo.

 

 

Vincitori:

Sezione Poesia: Primo Premio Alekia (Clelia Celleghini), Secondo Premio Riccardo Melotti, Terzo Premio Rosanna Veronesi, Premio Poesia in lingua siciliana Marisa Frasca Rustica;

Sezione Fotografia: Primo Premio Maria Luisa Runti, Secondo Premio  Riccardo Sanchini, Terzo premio ex aequo Angela Barra ed Emilio Corallo;

Sezione Pittura: Primo Premio Alekia (Clelia Celleghini), Secondo Premio ex aequo Nadia Misci Conter e Gilberto Piccinini, Terzo Premio Marisa Bellini,

Premio Speciale per l’artista più giovane a  Faustina Aurora Dibenedetto e Menzione Speciale a Grazia Badari.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Al giornalista Santino Irrera, redattore del giornale on-line “Il nuovo soldo” sarà assegnato un riconoscimento di merito per la sua costante azione di sostegno alle iniziative dell’Accademia.

 

Il prof. Domenico Venuti, presidente Associazione del Fante – Sezione Messina, sarà nominato  Co-Presidente onorario del “Premio Accademia Euromediterranea delle Arti - Edizione 2012”. Il Premio è in ricordo di Anna Moleti Belfiore; è stata eletta come sede dell’ambito riconoscimento Villa Hauser-Greta Garbo, sulla Baia di Taormina. Nell’edizione 2009, il Premio “Accademia Euromediterranea delle Arti” è stato assegnato, per il Teatro, da una qualificata giuria, all’attore Gianpiero Cicciò, a Gianni Renzo per la Musica ed a Giorgio Fratantonio per il giornalismo televisivo.

 

L’evento che usufruisce del patrocinio della Provincia Regionale e del Comune di Messina, sarà siglato da una riunione conviviale al ristorante “Osteria del Campanile” che offrirà ai premiati specialità tipiche messinesi.

Il "coro artistico" dei soci dell'Acav a Montodine
Esposizione 23 Luglio - 26 Luglio 2011
L'arte è dei coraggiosi - Opere a Donna Sommelier
Le opere di Bellini alla Oldrado da Ponte: una personale in bilico tra reale e astratto

Marisa Bellini torna a Oldrado da Ponte con una personale visione espositiva della sua poliedrica attività pittorica, capace di spaziare dal figurativo più classico ad astratte rappresentazioni, dove la materia irrompe in scorci narrativi di significanza simbolica. In entrambi i casi il colore fa da padrone insieme alla materia, che s’incastra con forte corposità alla sabbia, conferendo profondità, proporzione e spessore alla luce.

L’artista di spino d’Adda non sofferma l’attenzione a un solo soggetto, e per questo risulta capace di conferire libertà espressiva alla propria sperimentazione, dove si coglie tutto. Mondo naturale, animale, scene di genere, ritratto e natura morta. La visione del reale viene colta attraverso un occhio che ha un taglio fotografico, dove il particolare viene amplificato come all’interno di una lente di ingrandimento che solo la tecnica dellamacrofotografia può cogliere. È forse qui che la sua mano si fa sapiente e reale sino allo spasimo, e quindi capace di giungere a toccare le corde emotive dello spettatore. Questa personale lodigiana propone tale aspetto: una vasta produzione attenta al naturalismo più classico dove semplici ed eteree forme vegetali assumo toni poetici di profondo lirismo. Artista infaticabile e vincitrice di numerosi premi nazionali e internazionali, tra i quali si segnala il premio nazionale Michelangelo Derisi, il Caravaggio, l’Accademia internazionale “Il convivio” dei Giardini Naxos di Taormina e il premio internazionale di Tokyo, dove è stata selezionata per la sua opera più rappresentativa, Il caos dantesco. Qui l’astratto assume forma concreta, di equilibrato dialogo tra forma e colore, dove la folla dei dannati assume movimenti convulsi e fluidi di grande effetto cromatico.Ma è nell’esaltazione del reale che riesce ad amplificare la sua poetica pittorica, che si esprima nel viandante malinconico del pellegrino, o attraverso un grappolo di fichi succosi e inondati dal sole. La poetica passa senza esitazione dalla punta di pennello alla pennellessa senza esitazione in modo tanto incisivo quanto si fa veloce, e il colore si diluisce in cromatismi che ricordano il fauve tanto amato di Matisse o il colore sintetista di Gauguin, che evoca esplicito un’atmosfera e uno stato d’animo. Dove il reale esiste solo nell’immaginario a seguito di un esperienza. Maestri, questi, e lezione da sempre amati dall’artista spinese e mai venuti a noia.

 

Flora Tumminello

da Il Cittadino di Lodi, 22 Aprile 2011

La pittura di Marisa coinvolge ed attrae per la sua semplice immediatezza: troviamo raffigurati soggetti confortanti ed appartenenti al quotidiano, che a tutti noi è capitato di scorgere,  e nature morte garbate ed eleganti. I colori sono estremamente positivi e vivaci, lasciando percepire il carattere dell’Artista: pur facendo una introspezione dei soggetti scelti raffigurandoli, c’è sempre spazio per una riflessione poetica. Nelle sue opere figurative, siano esse sacre o profane, rappresentanti le persone più comuni, magari colte in momenti di vita quotidiana, abbiamo sempre, in lontananza, la presenza della natura o di un contesto che lega il soggetto ad un particolare luogo e momento. Non trascuriamo poi le opere informali: attraente il suo approccio perché carico di arcaiche energie interiori.

 

 

Margherita Calzoni

Critico d'arte

Emozioni nascoste

L'artista decide di svelare i moti interiori che risiedono negli abissi della personalità. Emozioni nascoste è l’opera non figurativa che inaugura il manifestarsi della sua intimità realtà artistica, una proiezione della sua storia vissuta e del divenire delle sue sensazioni. Tra passato e futuro, ci permette di avventurarci nell’esplorazione di un inedito mondo inconscio.

 

Il titolo  stesso rivela l'essenza dell'opera, tutto ciò che caratterizza Marisa Bellini e che più la rappresenta: una libertà gestuale ed espressiva rivolta a sviluppare arcani e segreti percorsi cromatici e formali. Si intrecciano così le vie delle sue intime ambizioni, contrassegnate da un invisibile magia che incorpora un esclusivo linguaggio alchemico. Sul dipinto si sprigionano con tutta la loro forza segnica, osservazioni, pulsioni, momenti di estasi,  silenzi, incanti, ricerche di bellezza e verità. Vi è racchiuso l'evolversi dell’intera esistenza e della forza del suo intelletto: il tutto è tradotto tramite un rapporto dialettico all’interno di una materia che incorpora lo spazio-temporalità.

 

Un viaggio cosmico all’interno dei tratti signici, i quali si susseguono, si concretizzano, sfumano, realizzandosi in ogni singola entità cromatica ciascuna capace di rappresentare una rilevante dinamica emozionale. Il tratto gestuale manifesta a pieno l'armonia e il bilanciamento formale e, proprio come all'interno della suo carattere travolgente, prende forma ogni colore e sensazione. Si compenetrano emozioni, volumi e forme cromatiche: sembra di addentrarsi dentro una realtà onirica: le esperienze e i sogni ancora da realizzare di Marisa Bellini.

 

L'alternanza di tonalità si scandisce in tinte ora fredde, ora più calde e vigorose e in stesure più lineari e avvolgenti, altre invece più incisive e graffianti, quasi a dichiarare l’intensità dell'emozione provata nel momento della stesura pittorica.E' un'infinita narrazione di gioie e turbamenti, attese, speranze, distacchi e richiami che si giocano lo spazio finito del dipinto. L'anima stessa sembra uscire da questo evolversi di travolgenti colori.Tali vibrazioni mistiche si evolvono in cerca di assonanze e dissonanze.Quest'opera rappresenta la più sincera intervista del linguaggio pittorico, capace di raccontare l’essenza stessa dell’artista: un’individualità completa e intraprendente, nella quale possiamo scoprire sempre, osservandola, qualcosa d'<< altro >>.

 

Dr. Rosi Raneri

Direttrice artistica e critico d'arte

www.rosiraneri.com

Il caos dantesco

Un caos che riporta ai gironi infernali in cui la psiche vaga alla ricerca di quei labirinti mentali che la condurranno ad oltrepassare lo Stige, fiume in cui vagano le anime ree sulla terra. In questa narrazione visiva Marisa Bellini abbandona una figurazione classica per riportare sulla tela un “non” ordine delle cose che ha nella sintesi segnica del rappresentato la sua lettura più corretta. L’Io in Bellini si anti-umanizza al fine di vedere rappresentati sentimenti che travalicano il confine del “bello” per entrare in una nuova dimensione che potremmo definire “alterità lacerata” dalla psiche che vaga lungo il percorso di un oblio “incandescente” e allo stesso tempo vendicativo. L’Artista nelle sue Visioni aliena attraverso “feticci” concettuali e simbolici quella razionalità che per Weber era al centro del potere burocratico. La condizione esistenziale dell’Essere Umano viene fortemente riposizionata concettualmente. Non è più l’Uomo ad essere rappresentato, ma il suo caos interiore.

 

Dr. Salvatore Russo

La storia Infinita

L‘opera ci racconta di un‘evolversi di pulsioni ed emozioni che si addentrano con un naturale equilibrio all‘interno della quotidianità. Giorno dopo giorno, pennellata dopo pennellata, l‘opera segue in parallelo l‘esistenza, ne diventa la testimonianza visiva. Turbamenti, gioie, visioni, pensieri, ricordi, immaginazioni, ogni elemento è già << vissuto >> mantenendosi in una solidificata osmosi.

Opera sempre in evoluzione, mantiene il suo caratteristico aspetto sintattico, dove ogni cosa diventa tangibile o percepibile. A volte l‘arte coincide con la vita stessa e si ritrova un luogo dove raccontare la propria storia: è Marisa Bellini.

 

Dr. Rosi Raneri

Direttrice artistica e critico d'arte

www.rosiraneri.com

Il sentimento del sacro

La creatività di Marisa Bellini trae la sua forza dalle diversità di approcci all‘arte.

L‘artista persegue infinite sperimentazioni tecniche e ideative, legate alla scelta dei soggetti raffigurati e alla loro rappresentazione in termini figurativi o astratti, attraversati da una significativa simbologia.

Tale tendenza le permette di non isolarsi in un unico aspetto ma di viverli tutti, allo stesso modo, con la stessa forte intensità mediante una crociera di esperienze pittoriche.

Le sue ricerche tecniche spaziano dall‘affresco, all‘acquerello, alla tempera, all‘acrilico e ancora, all‘olio, diversificando anche la scelta del supporto.

Bellini dedica inoltre gran parte della sua attività artistica a un percorso sacrale, che sviluppa abilmente in plurime direzioni, scegliendo espressioni che variano da tendenze figurative a panorami più decisamente astratti.

All‘interno di questo <<circolo>>, il colore svolge una funzione preponderante.

Ne L’Attualità del Cristo riporta, attraverso cromatiche simbologie, il carattere umano e, al tempo stesso, ultraterreno del Redentore. Viola e verde, in riferimento al cerimoniale ecclesiastico, manifestano l‘attesa e la speranza. Il Cristo veste di rosso, della sofferenza che è pronto ad attraversare e, all‘interno della composizione, ne rappresenta il punto prospettico. La terra è il luogo di partenza che Egli scelse di fare Suo, assumendone ed esprimendo mediante di essa il Suo carattere umano e divino al tempo stesso. E come all‘interno di un trompe l‘oeil, sembra fuoriuscire dal riquadro. Emblematici, a tale proposito, sono i riferimenti alla classicità ma il tutto è rivissuto in chiave odierna contemporanea: è un Messia presente, reale e partecipe delle nostre vicende ed emozioni. Sul suo volto splende la luce, realizzata con pennellate veloci e brillanti.

La resa particolare della tecnica ad olio ci fa pensare a un affresco pompeiano. La capacità pittorica di quest‘artista tende sempre a riproporre e suggerire tale tecnica, donando trasparenze e luminosità alle sue opere realizzate con altre tecniche. Il suo ideale di affresco diventa una ricerca della perfezione e rimane per lei come una stella luminosa che la illumina e la guida lungo la strada della sua entusiasmante carriera artistica.

E‘ un eclettismo che protende verso diversificati cammini, alla ricerca di un qualcosa che non arriva mai ma tuttavia si continua a cercare e, come all‘interno di un labirinto di strade tortuose, talvolta se ne intravedono dei bagliori di luce (Il tuo volto io cerco o Signore). Ciò in particolare si può notare nelle sue composizioni tendenti all‘astrazione, dove trasporta sulla tela tutti i colori, ognuno dei quali partecipa a questo cammino interiore. Da un labirinto di pensieri si crea in tal modo una preziosa preghiera composta da forme e colori che si addentrano l‘uno con l‘altro in cerca di una via di fuga o di una risalita al cielo.

 

Dr. Rosi Raneri

Direttrice artistica e critico d'arte

www.rosiraneri.com

In questi ultimi dieci anni Marisa Bellini ha frequentato tutte le tecniche pittoriche più importanti, dalla pittura ad olio, all'acrilico, l'affresco, la tempera e l'acquarello, poichè a questa artista piace spaziare nel mondo dell'arte, passando dal figurativo all'astratto con la stessa facilità e competenza.
La sua è una pittura materica, che prevede l'utilizzo di tanto colore al fine di rendere le opere corpose e aperte ad ogni genere di interpretazione.
Nella sua pittura nulla è lasciato al caso ed ogni singola goccia di colore rispecchia la sua volontà. La poetica della materia è alla base di questa artista, che applica sul quadro strati spessi di colore mischiato ad altri materiali come , per esempio, la sabbia e l'effetto ottenuto assume il carattere di una solidità quasi scultorea.
Ora, mentre nella pittura informale e astratta (vedi "La storia infinita") le materie pittoriche (acrilico e sabbia) si amalgamano più facilmente, nella pittura figurativa rimane tutto più difficile, perchè in questo caso l'artista deve calcolare attentamente l'equilibrio compositivo del quadro e il suo interesse, oltre ad essere rivolto al gioco dei colori, deve rispettare anche le forme.
Mentre nella pittura astratta e informale l'artista sonda le potenzialità energetiche ed evocative della materia nuda e cruda, del tutto autonoma e svincolata dall'immagine, nella pittura figurativa e materica si devono rispettare tutti i canoni della pittura realista (forme, proporzioni, luci ed ombre).
Marisa Bellini riesce in entrambi i casi, come se dipingesse su superfici lisce. Essa riesce a dare luminosità e profondità ad un volto, come luci ed ombre emergono da un suo quadro astratto.
Tutto questo riesce all'artista che sa usare, come la Bellini, gli incastri dei colori, come in un mosaico (colori chiari per dare la luminosità alla composizione e quelli scuri per le ombre e la profondità).
"Caos dantesco", per esempio, riassume egregiamente il nostro pensiero, dove l'astratto diventa concreto e viceversa, dove l'immagine è sempre pronta a riaffiorare, a seconda dello stato d'animo di chi guarda l'opera e della interpretazione che il fruitore può dare all'opera stessa.
Il supporto usato dalla Bellini (di solito il legno) serve a dare ancor più corposità e pathos alle opere di questa artista, opere mai banali, nelle quali incalza l'ossessione di una superficie dove c'è magma e introspezione, dove la ricerca di una ritmica consente di conferire all'opera stessa una vibrazione emozionale; una tessitura, insomma, in cui si possa dispiegare la forza del suo gesto e l'intensità delle vibrazioni cromatiche, tutta l'incisività di un segno che tende ad addensarsi sempre di più fino a riempire ogni strato, ogni frammento di superficie.

 

Eraldo Di Vita

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